Il concessionario che non ti aspetti. No, d’accordo, non proprio così. L’aggiustatutto che non ti aspetti. Ecco, ora è meglio. O, semplicemente, Uncle Chop’s Rocket Shop, un roguelite in cui non si ammazza nessuno ma si sceglie, invece, un altro genere di approccio. Il chilling.
Sviluppatore / Publisher: Beard Envy / Kasedo Games Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data d’uscita: 5 dicembre 2025
O il capitalismo. Già, Uncle Chop’s Rocket Shop è un po’ una storia comunissima, quella che lega tutti noi. Gente che vive di precariato, gente che si deve ammazzare di lavoro, gente che non ha idea di quanto manca alla pensione e gente che attende la tredicesima con gli occhi sognanti, mentre spera di potersi togliere un qualsiasi sfizio. Immaginate tutto questo, incastratelo con quello che chiede la società e poi fate un mix. Cosa vi esce fuori è un videogioco ambientato nello spazio nei panni di una sottospecie di scoiattolo antropomorfo con quattro occhi che si ritrova, suo malgrado, a doversi barcamenare in situazioni al cardiopalma, con ordini su ordini che arrivano, clienti esigenti e gente arrabbiata che sembra aver voglia di rovinargli l’esistenza.
È la vita del povero, onesto e distratto Wilbur, che giunge al Rocket Shop di Zio Chop con tanta voglia di lavorare, tanta esperienza e un contratto che sembra più una minaccia che un’offerta seria. Chi c’era prima, d’altronde, è schioppato a causa dello stress, e no, non si possono perdere ottenuti dopo anni e anni di fatiche. Dietro dunque al roguelite, alla simulazione e al videogioco rompicapo, c’è un titolo con un’anima, con un grosso messaggio di fondo e, soprattutto, una sconfinata meraviglia tutta da mostrare.
QUA SI LAVORA, MICA SI BARBANEGGIA
Basta poco per entrare in sintonia con il posto, uno spazioporto in cui tutti hanno bisogno di una riassestata ogni tanto. Non aspettatevi di certo una narrazione fin troppo intricata, quanto più una storia capace di proporre degli sconfinati colpi di scena particolarmente riusciti. E sì, chiaro, come dimostra lo screenshot poco più in basso: niente appare realmente per com’è davvero. Anzi, dietro questo racconto si nasconde un’oscura e tenebrosa verità, in cui a banchettare felice è l’anima oscura che manovra i pensieri del povero Wilbur. Cresciuto a pane, olio da cambiare e luci al neon per i maranza spaziali da aggiustare, il nostro è un tipo alquanto solitario, che si sveglia, timbra e poi compie come tutti la sua giornata di lavoro. Attorno a questa semplice, comunissima e amara realtà trasposta anche in videogioco, il racconto parla di una situazione che è bene non spoilerare per non rovinarla a coloro intenzionati ad acquistare il titolo.
È molto più importante il messaggio, che mi sento di condividere, e che si evolve man mano che si avanza nella storia. Il protagonista, che sembra abituato a sopportare ritmi di vita e lavorativi estenuanti, deve convivere con ciò che talvolta non sopportiamo neppure noi. Alzarsi la mattina, accettare di dover fare un lavoro che probabilmente non piace e poi, alla fine, tentare il tutto e per tutto; chissà, magari una botta di culo arriva da un momento all’altra.
Uncle Chop’s Rocket Shop è un po’ una storia comunissima
IN UNCLE CHOP’S ROCKET CHOP ESISTE LA CONSAPEVOLEZZA
Se la trama sorprende e il suo messaggio arriva all’obiettivo, è soprattutto per merito di un gameplay stratificato, enorme, ben delineato, rafforzato da un game design che va a esplorare ogni aspetto del suo lato simulativo. Come accennavo prima, comunque, si parla di un roguelite a scorrimento, in cui si muove il personaggio in scenari disegnati a mano. Si palesa giorno per giorno e coinvolge le attività che si compiono nel corso delle riparazioni delle varie navicelle spaziali che giungono allo spazioporto. Wilbur, una volta sveglio, timbra e passa, in seguito, all’incarico successivo, finché non ne sblocca un altro e un altro ancora. È un game design tanto semplice quanto efficace, peraltro supportato da situazioni imprevedibili che possono accadere. Giusto, non l’ho detto: gli incarichi sono a tempo, anche se dipende molto dalla difficoltà scelta all’inizio. Ce ne sono due, una in cui si devono rispettare le tempistiche e l’altra in cui è necessario essere il più veloci possibile per non far perdere tempo al cliente, interessato a tracannare un bel caffè allo Shop in attesa che la sua navicella sia pronta.
A Wilbur sono affidati i classici strumenti del mestiere: un cacciavite, una chiave inglese e sì, anche del nastro isolante. Con i soldi guadagnati da un qualsiasi incarico, può acquistare strumenti utili per risolvere i problemi. Se un fusibile di un quadro elettrico si rompe, è infatti necessario comprarne uno, elettrificarle e inserirlo. È più difficile a dirsi che a farsi, considerando che è necessario non rompere l’oggetto e cercare, al contempo, di sfidare le sicure per non danneggiare cosa vi è attorno. Il cambio d’olio, per esempio, è complesso: bisogna equilibrarlo, disperdere il calore e poi occuparsi di tutto quanto. Nel game design della produzione, tutto è stato studiato nel minimo dettaglio per permettere al giocatore di arrivare a una soluzione. Per risolvere gli enigmi, come li ha proprio definiti il team di sviluppo, serve intanto molta pazienza e parecchia accortezza. Potrebbe risultare complesso arrivare a una soluzione in tempi rapidi, ed è per questo che consiglio – almeno nella prima run – di optare per una difficoltà diversa, così da non perdersi nel ritmo condensato del titolo. Il complesso arriva quando ci si deve separare da un incarico e l’altro e cercare di diventare dei piccoli omini multitasking capaci di tutto.
A Wilbur sono affidati i classici strumenti del mestiere: un cacciavite, una chiave inglese e sì, anche del nastro isolante
Al contrario, in Uncle Chop’s Rocket Shop serve ragionare. È necessario capire cosa si ha davanti e muoversi in base alle proprie conoscenze. Non ho ancora mai messo mano a una navicella spaziale, pur sapendo cambiare una gomma quando è necessario. Almeno nell’ABC sono bravo; se mi chiedete di cambiare olio, e Wilbur può testimoniarlo, non lo sono affatto. Complici un’ottima colonna sonora e un bellissimo stile visivo, Uncle Chop’s Rocket Shop è un titolo che esplode di energia e sa sempre come intrattenere. Non ho davvero lati negativi da esplicare e, lo sottolineo, credo sia una delle esperienze simulative più coinvolgenti attualmente presenti sul mercato.
In Breve: Uncle Chop’s Rocket Shop è un buonissimo videogioco che riesce a incastrare l’anima simulativa e quella roguelite. Sbagliare rende la vita del povero Wilbur un vero inferno come quella reale, e ciò che riesce a realizzare non è sempre ottimale. A essere davvero ottimo, invece, è questa perla di gioco qua che riesce a fare tutte le cose giuste e a implementare meccaniche simulative davvero ben integrate al suo interno. Da avere sul serio, sia se amate lo spazio, sia se avete bisogno di fare incetta di un videogioco simile.
Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Sulla mia configurazione, manco a dirlo, ha girato senza problemi in 4K.